Storia della costruzione di Palazzo INPS a Piacenza | |||
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In questa pagina è raccontata con foto d'epoca la storia dell'edificazione del Palazzo Inps di Piacenza situato in Piazza dei Cavalli, la piazza principale della città. Dal 2009 al 2022 è stata la mia sede in quanto Direttore Provinciale dell'INPS. |
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Più in generale, si può riflettere su come le città si trasformino non a caso ma sotto l'influenza delle ideologie predominanti in una data epoca, rispetto alle quali le arti, in questo caso l'architettura e l'urbanistica (meglio: architetti e urbanisti), non restano mai neutre. |
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Piacenza quando INPS non c'era Hyppolite Sebron - PIAZZA DEI CAVALLI NEL 1836 - Collezione Banca di Piacenza |
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Il Palazzo INPS è una quinta importante di Piazza Cavalli, cuore della vita civile di Piacenza. E' stato edificato negli Anni Trenta del Novecento. |
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Il primo dopoguerra del Novecento fu caratterizzato da un notevole fermento politico e culturale. Si manifestano le avanguardie, tra le più note: Futurismo, Espressionismo, Costruttivismo, “De Stijl ”. |
In Italia gli ARTISTI FUTURISTI attratti dal mondo dell'industria, della macchina, della velocità, inneggiano alla modernità. |
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Per avviare la modernità architetti, ingegneri e pittori si concentrano sulle città. Occorre adeguarle all'uso delle autovetture che presto sfrecceranno per le vie principali. |
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L'assetto viabilistico diviene lo strumento per conferire praticità e monumentalità ad un centro storico considerato decadente. |
Si tracciano nuove grandi strade, si cerca di pavimentarle tutte con l'asfalto si allargano tracciati già esistenti. |
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Si afferma un nuovo modo di creare edifici: non più orpelli e decori ma la struttura nuda e pura, i materiali grezzi, l'uso della linea e del segno chiari e puliti, netti e caratterizzanti. Il palazzo Inps di Milano Missori, realizzato nel 1929 da Marcello Piacentini, l'architetto del Regime, ne è la manifestazione. |
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La modernità implica la trasformazione delle città. Per risanare e “svecchiare” i centri densi e popolati, e sostituirli con altri rinnovati e monumentali, si diffonde la pratica dello“sventramento”.
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A Piacenza l'interesse è rivolto alla Piazza Grande, fino al 1934 contornata di vecchie case con botteghe al livello inferiore. |
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Gli esperti suggeriscono di demolire le case vecchie per allargare la via d'accesso a sud della piazza |
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Si demoliscono le costruzioni tra la Chiesa di San Francesco e Via Sopramuro |
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Lo sventramento rende visibile a tutti il meraviglioso chiostro secentesco e il lato sud ovest della chiesa. |
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Il Gotico, Piazza Cavalli, San Francesco e il suo chiostro uniti nella stessa prospettiva. |
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Il grande vuoto lasciato dall'intera cortina di case abbattute. |
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La Chiesa di S. Francesco, che sembra galleggiare nel cielo, isolata, perde temporaneamente |
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L'asse costituito da Via Cavour deve unirsi a Via del Corso. Si arretrano le cortine murarie per conferire ordine urbano alla piazza. |
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Aprono due grandi cantieri per costruire i Palazzi INA e INPS . Lo scavo è molto profondo ed è occasione per ritrovamenti archeologici. Emergono resti di epoca romana, ora custoditi al Museo Civico di Piacenza. |
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Alla profondità di due metri viene rinvenuto un tratto di muro che corre in direzione est ovest, attribuito al tardo periodo romano o al primo medioevo.
E' ritrovata la base di una piccola costruzione in marmo o arenaria, con blocchi rozzi e frammentati, provenienti quindi da rovine. |
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Accredita l'ipotesi dell'utilizzo di materiali di riporto la presenza di pietre lavorate, litterate , di epoca romana ma usate per questa costruzione di periodo post romano. |
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I lavori, iniziati nel 1934, dureranno per tutti gli anni '30. |
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I lavori del Palazzo INA si concludono nel '37, salutati da un fioccare di critiche. La torre, soprattutto, è giudicata sproporzionata e troppo elevata rispetto alla grande mole del Palazzo Gotico, quasi a sfidarlo. |
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I lavori per la sede INPS iniziano tra accese discussioni ed attese. |
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Molti si augurano che la sede Inps sia più “piacentina” e non competa con le magnifiche fabbriche del Gotico e di S. Francesco |
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Il palazzo Inps viene allineato in altezza al gemello palazzo Ina. Ma i due edifici sono molto diversi per segno architettonico e materiali. Quello Inps mostra una minore audacia di forma e l'utilizzo di cromie che ritroviamo nel vicino Gotico. |
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Il palazzo INPS presenta tre livelli: un alto basamento in travertino con portici decorati da motivi a cuneo la parte centrale in laterizio con il primo ordine di aperture marcate da una mensola in travertino e i balconi simmetrici al culmine il blocco non occupa l'intera superficie e ospita l'ultimo ordine di finestre. |
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Un monumento sobrio ed imponente, che vorrebbe inserirsi nel contesto grazie ai materiali ma che sembra “tarpato” nella sua forma. Come se il progetto fosse stato influenzato da vincoli e critiche, dibattiti ed opinioni e i documenti lo confermano. |
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Palazzo Inps viene costruito lasciando un passaggio per accedere alla Piazzetta Plebiscito; a sinistra, il “dado”, unico edificio rimasto la cui forma rispecchia la divisione urbana di epoca romana e riflette la sua funzione di torrazzo civico. |
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Negli interni art decò si combinano legno e vetro: nella sala d'ingresso, nella scala elicoidale che conduce al primo piano nelle grandi porte, |
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L'impianto a corte è molto funzionale: le stanze affacciano sui corridoi interni e ricevono in modo ottimale la luce solare. |
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